Sicuramente, quello di addestrare un cane randagio non è un compito facile. Anche perché qui non stiamo parlando di cani da allevamento, cresciuti circondati da amore, affetto e una ciotola sempre colma di cibo e acqua.
Ma, come ogni cosa, pur non essendo facile, non è detto che sia anche impossibile. Ciò che va ricordato, però, è che pazienza e determinazione saranno i nostri primi due 'ingredienti' per ottenere buoni risultati.
NB: A seconda dell'atteggiamento dell'animale che abbiamo di fronte, potrebbe essere caldamente raccomandato chiamare delle persone esperte, che hanno le competenze e le strumentazioni sufficienti per riuscire nell'intento. Questo vale in particolar modo se notiamo che il cane stesso non è così avvicinabile o addirittura aggressivo.
A questo punto, prima di addentrarci nell'argomento, conosciamo un po' di più il nostro piccolo amico. O meglio, cerchiamo di capire cosa deve vivere giorno dopo giorno e, soprattutto, le esperienze che può aver vissuto, per saperci rapportare al meglio. Premettiamo subito che in questo articolo verranno dati due consigli per addestrare un qualsiasi cane randagio (che, come sappiamo, sono dei cani che girovagano senza un padrone). Ma distinguiamoli comunque in due diverse categorie: quelli che hanno avuto dei contatti positivi con gli esseri umani, ma si sono persi e quelli che sono nati per strada o sono scappati a causa di maltrattamenti.
Inutile dire che, quasi sicuramente, la prima categoria potrebbe essere molto più facile da avvicinare rispetto alla seconda. Questo perché il cane ha già instaurato un rapporto di fiducia verso l'uomo con le sue precedenti esperienze. Al contrario, la seconda categoria risulterà molto più schiva e spaventata. Sia che sia scappato a causa di maltrattamenti, sia che sia nato per strada, un randagio di questo tipo non ha alle spalle dei rapporti positivi con l'uomo. Dovremmo, perciò, costruire questa fiducia da zero. In questo caso, dovremo prestare molto più riguardo alle nostre azioni e alle sue reazioni.
Primo passo
Avvicinarsi con cautela, evitare mosse brusche o tono della voce troppo alto.
Ebbene si, quando incontriamo un randagio, l'ultima cosa che vorremmo fare è spaventarlo. Avendo avuto molto probabilmente esperienze negative o nessun contatto con l'essere umano, sarà abituato a vedere qualsiasi scatto o forte rumore come una sorta di pericolo. E attenzione: molto spesso non un pericolo da cui scappare, ma un pericolo da cui proteggersi. Ecco che quindi potrebbe reagire in modo aggressivo, ringhiando o addirittura mordendo. Per il vostro bene e per quello del cane, conviene perciò andarci con cautela.
Secondo passo
Creare qualche piccolo contatto, rispettando i suoi tempi.
Abbiamo detto anche all'inizio dell'articolo che uno dei primi 'ingredienti' per una buona riuscita della missione è proprio la pazienza. Sottolineiamo, perciò, che, così come l'uomo ha bisogno di conoscere una persona prima di fidarsi, anche il cane ha bisogno dei suoi tempi per adattarsi alla figura dell'uomo e considerarci come degli amici. Potremmo provare mettendo una ciotola di cibo o di acqua e vedere se si avvicinerà. Successivamente, aspettare che si avvicini a noi, ci odori e si abitui alla nostra presenza. Se vediamo che la sua reazione è positiva e meno sulla difensiva, potremmo provare ad accarezzarlo. Anche questa azione andrà fatta con molta calma, avvicinando la nostra mano lentamente. Solo a questo punto, quando vediamo che il cane è davvero tranquillo, potremo provare a portarlo via con il guinzaglio.